Siamo più o meno negli anni in cui venivano chiuse le scuole rurali e gli alunni delle campagne convogliati al "Luzio" qui a San Severino Marche; Luigi era uno di questi. Impiegò molto tempo prima di aprire la cartella e farne vedere il contenuto ai suoi compagni, non del tutto convinto, forse, della loro inattaccabile onestà. Girava per la classe e lungo i corridoi sempre con la cartella stretta sotto il braccio. Se aveva bisogno di qualcosa, un quaderno, una matita o dei colori, si metteva in un angolo, tirava fuori il necessario, poi subito richiudeva la cartella e la riponeva stretta sotto il braccio.
Un sabato venne la mamma a prelevarlo durante l'orario di lezione, chiedendo di poterlo portare al mercato per fargli provare e quindi acquistare un paio di scarpe. Luigi si alzò immediatamente in piedi, andò verso la mamma, la prese per mano ed insieme uscirono chiudendo la porta. Dopo circa un paio di minuti la porta si aprì all'improvviso, comparve Luigi che, senza proferir parola, si diresse verso il suo banco, afferrò la cartella, la infilò sotto il braccio ed uscì...Dal corridoio sentìì la voce della mamma che in tono forzatamente sommesso gli diceva:- Ma che ce fai có ssa vórsa..!..pùsela !..che tantu dopo rvinìmo qui..!!- Poi tentò con voce più suadente:- Daje Giscioooo fa come te dico...- Non ci fu verso di convincerlo.
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