Fabrizio era un bambino frequentante la terza elementare (allora si chiamava così), ancora non sapeva leggere né scrivere…forse perché riteneva le due attività non così importanti per la sopravvivenza…però conosceva benissimo la campagna con i suoi animali, i tempi, i ritmi ecc. Un giorno tra insegnanti si decise di prendere degli animaletti da cortile, allevarli negli spazi aperti della scuola in modo da riciclare in questa maniera gli avanzi della mensa scolastica. Iniziammo con una coniglia bellissima di colore bianco, la portammo e la lasciammo in uno scatolone aperto nel corridoio in modo da osservare le reazioni degli alunni al loro ingresso al suono della campanella. Tutti si avvicinarono allo scatolone esprimendo la loro tenerezza nei confronti di questo animaletto con frasi del tipo “che carino!!!”,
“ portiamolo in classe con noi??” oppure “ presto facciamogli una culla con la paglia!!”. Arrivò Fabrizio come sempre in ritardo, si avvicinò allo scatolone e dopo aver scoperto il motivo di tanto interesse, si rivolse verso di me, domandando:- QUA-QUA-QUANNO C’ ‘U MAGNÌMO SSU CUNÉLLO??-
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