Scena 1
Maestra: (seguita da un gruppo di bambini) Qui a Ravenna si trova anche la tomba di Dante. Ecco il mausoleo proprio di fronte a noi.
Ragazzino: Maestra, ma Dante era di Firenze, perché la tomba si trova qui?
Maestra: Perché lui visse molti anni in esilio e morì a Ravenna nel 1321.
Bambino: (seduto in disparte) Che barba! Che noia!
Scena 2
(escono maestra e bambini, entra Dante che si avvicina al bambino rimasto solo)
Dante: Non dovresti annoiarti quando la maestra ti spiega qualcosa.
Bambino: Come sei buffo! Perché ti vesti così? Chi sei?
Dante: Io sono il grande poeta che ha composto lo straordinario viaggio
nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso.
Bambino: Forte! E adesso viaggi nel futuro?
Dante: Ti ho sentito protestare e sono venuto a dirti che è bello imparare,
conoscere e scoprire sempre nuove cose: è la caratteristica che distingue
l’uomo dagli altri esseri viventi. Lo faccio dire ad Ulisse.
(Inferno, XXVI, vv. 119-120) “…fatti non foste a viver come bruti,/ma
per seguir virtute e conoscenza.”
Bambino: È più divertente giocare con la play-station.
Dante: Anche nel mio poema trovi l’avventura. Pensa: per uscire dall’Inferno
Virgilio, che mi portava sulle spalle, si è aggrappato ai peli di Lucifero e
scendendo in questo modo abbiamo attraversato il centro della Terra.
(Inferno, XXXIV, vv. 69-87)
Bambino: Di’ la verità: hai avuto paura?
Dante: Sì, certo, ma di più quando mi sono svegliato nella “…selva oscura,/ché la
diritta via era smarrita” e poi quando ho incontrato le tre fiere, la lupa
soprattutto che mi ha impedito il cammino (Inferno, I, vv. 58-60).
Bambino: Caspiterina! Se potessi scendere anch’io nell’Inferno e poi raccontarlo a
quell’invidioso di Giorgio che fa sempre tante moine alla maestra…
Dante: Non te ne curare: l’Inferno è tenebroso, pieno di gridi e rumori, con tanti
spaventosi diavoli: Caronte, Minosse, Cerbero. E quella scritta orribile:
“Lasciate ogni speranza, voi ch’intrate.” (Inferno, III, v. 9) dice alle anime
che il giudizio di Dio è eterno e definitivo.
Bambino: Ma a chi la vuoi dare a bere: tu sei uscito e ti sei salvato.
Dante: Beatrice, la donna che ho amato, ha pregato Dio perché mi permettesse di
compiere questo viaggio verso la salvezza. Sai che l’ho incontrata nel
Purgatorio?
Bambino: Lei è morta? Come si fa ad amare una ragazza quando non c’è più?
Dante: L’amore vero dura per sempre ed è tanto forte che puoi riconoscere la tua
donna anche se non la vedi. Io ho riconosciuto Beatrice, nel Paradiso
Terrestre mentre avanzava con il Carro-Chiesa nascosta dai fiori gettati
dagli angeli, perché ho provato un’emozione così intensa che mi ha dato i
brividi. (Purgatorio, XXX, vv. 22-48)
(passa sullo sfondo una coppia che si abbraccia e si bacia)
Bambino: A me quei due sembrano più contenti di te.
Dante: Tu sei piccolo, ancora non puoi capire bene, ma ricordati di non
confondere l’amore con la passione: sono due cose molto diverse. La
passione ti fa perdere la ragione e ti fa fare cose sbagliate, ti fa baciare chi
non dev’essere baciato, come è successo a due amanti focosi del mio
tempo, Paolo e Francesca, che hanno trovato nella lettura delle avventure
di Lancillotto e Ginevra la scusa per incontrarsi. (Inferno, V, vv. 127-138)
Scena 3
(si avvicina un bambino che siede vicino all’altro)
Bambino 2: Che fai qui? È tanto che ti cerco. Me lo potevi dire che andavi per i fatti
tuoi, sarei venuto con te. Quell’antipatico di Giorgio mi ha fatto venire i
nervi, per poco non gli do un cazzotto: fa vedere alla maestra che prende
appunti e quella tutta contenta fa una lagna! Ma chi è questo tipo?
Bambino 1: Ti presento Dante.
Bambino 2: Ciao. (sottovoce) Quanto è vecchio e brutto. Che naso!
Bambino 1: (rivolto all’altro) Guarda che è simpatico. (rivolto a Dante) Ti presento il
mio più caro amico. Facciamo calcio nella stessa squadra, lui è l’attaccante
più forte, è come Totti. Stiamo sempre insieme.
Dante: Quale dolce calore dà al cuore un amico! Quale sicurezza poter
condividere ideali comuni e la nobile arte della poesia!
Bambino1: Ehi, ehi! Terra chiama Cielo! Che fai? Parli da solo?
Bambino 2 (ride)
Dante: Quanti amici ho incontrato nel Purgatorio e nel Paradiso: Casella,
Belacqua, Nino Visconti, Forese Donati, Piccarda Donati, Canizza. Che
malinconia tentare di abbracciarli e invece richiudere le braccia vuote!
(Purgatorio, II, vv.76-81)
Bambino 2: Io quando devo scrivere un tema, mi sento male: mi dici tu come hai fatto a
scrivere tanto? Non avevi altro da fare, non avevi un hobby?
Dante: Ho fatto politica e per questo sono stato costretto a vivere in esilio. Poi ho
preferito dedicarmi all’arte perché ho visto commettere, in nome degli
ideali politici, i più terribili delitti, d’altra parte come succede ancora oggi.
La maestra non vi ha mai raccontato la storia del conte Ugolino?
Bambino 1: Che nome! Chi è il conte…chi?
Dante: Il conte Ugolino della Gherardesca da Pisa. A causa delle lotte tra Comune
e Comune e all’interno tra Guelfi e Ghibellini, fu tradito e rinchiuso in una
torre a morire di fame, pensate, insieme a due figli e a due nipoti. (Inferno,
XXXIII, vv. 64-75)
Bambino 2: Morti tutti? (Dante annuisce) Ci vanno sempre di mezzo i bambini.
Dante: Purtroppo hai ragione. Ma ricordate di affidarvi sempre alle vostre mamme
e, se il pericolo è grande o la difficoltà sembra insormontabile, pregate la
Mamma Celeste che non tradisce mai ed è tanto buona. Anche San
Bernardo, accompagnandomi alla visione di Dio, ha pregato la Madonna
con una preghiera dolcissima, perché mi sostenesse nella beatitudine più
grande. (Paradiso, XXXIII, vv. 1-21)
(in lontananza compare la maestra che fa gesti ai due bambini per
richiamarli)
Bambino 1: La maestra ci chiama. Dobbiamo andare.
Bambino 2: Grazie Dante, ci ricorderemo di te. Ciao.
Bambino 1: Ciao.
|