Nostos |
Ma la mi terra pens da st’orl,
ma la mi chesa du dumena arturnarò.
È già parecchje temp che ‘n respir
da la bocca materna dl’Apnin,
ma sarà giust ‘n attim per salutè,
per pruvè nostalgia quand s’arpart.
Quand prò m’è più dolc da ma ché
el pasète schius tra chi du monti,
quant’è più nett el sentiment,
quant è vicina la mi mamma:
è alora questa la condizión?
Sarà non partend che cunserverò
sena la mi ansia de ricordi?
Sarà restand luntèn che putrò
cantè quand so net e me fijarin?
Terra senza miti, la mia, ne pòl avecc
sól ent’la ment di pueti che l’abandonene;
è ‘nt’ la luntananza e ‘nt’el distacch
che tutt pòl chiamass Itaca; starà m’al cant
e pu, arcoja la legenda d’la memoria:
dè spazie m’al temp, temp m’a le spazie.
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2009 |
Traduzione Alla mia terra penso da quest’orlo,
alla mia casa dove domani ritornerò.
È molto tempo ormai che non respiro
dalla bocca materna dell’Appennino,
ma sarà giusto un attimo per salutare,
per provare nostalgia alla ripartenza.
Quanto però mi è più dolce da qui
il passato schiuso tra i due monti,
quanto è più netto il sentimento,
quanto vicina è mia madre:
è allora questa la condizione?
Sarà non partendo che conserverò
intatta la mia ansia di ricordi?
Sarà restando lontano che potrò
cantare la mia nascita e l’infanzia?
Terra senza miti, la mia, può averne solo
nella mente dei poeti che l’abbandonano;
è nella lontananza, nel distacco,
che tutto può chiamarsi Itaca; starà al canto
e poi, raccogliere la leggenda della memoria:
dare spazio al tempo, tempo allo spazio.
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Commento Con questa opera Michele Bonatti di Piobbico (PU) ha vinto il premio per la migliore poesia marchigiana al 21° premio letterario "Varano" 2009".
Ogni commento è superfluo considerando che Michele Bonatti è un giovane ed anche come tutta l'attività dell'associazione Mo.Re.Ve sia rivolta in via privilegiata al mondo giovanile.
“Nòa” del mese di settembre 2009
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