Sempre teso all’incremento
del vivace movimento
che ridar vuole al dialetto
dignità, forza e rispetto
ha tentato il Presidente
entusiasta e intraprendente
d’allargare l’orizzonte
cultural su nuovo fronte.
Dalla storia affascinato
risoluto ha contattato
chi per opere ed ingegno
s’è mostrato chiaro e degno.
Conoscenza personale
dello storico locale
non ho modo di vantare
e mi limito a narrare
quel che il Presidente stesso
m’ebbe a riferir perplesso.
Or, sebbene mi ricordo,
stipulato fu l’accordo
per produrre un vecchio testo
arricchito nel contesto.
Di rifondere le spese
l’editor s’offrì cortese
valutando eventuali
bolli, copie e spese tali;
ma rimase sconcertato,
a lavoro completato,
nel sentir che lo studioso
reclamava un generoso,
francamente antisportivo,
sostanzial corrispettivo.
Sopraffatto da sgomento
non pagò proprio al momento,
ma decise fatto e detto
di receder dal progetto.
In denar contante e pronto,
s’anche al netto d’uno sconto,
il compenso fu saldato
all’esoso letterato.
E la quota associativa,
dopo l’aspra trattativa,
fu proposta come pegno
di futuro, nuovo impegno.
Ma lo storico non finse.
A scappar lesto s’accinse
e, intascate le lirette,
disse: “Me ce fai rimette”.
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