Commento Poesia composta nel 1971 sui banchi del 2° Liceo Classico. Dopo la folgorazione e l’immediata stesura proposi l’opera all’attenzione di Persichini Ena. L’entusiastica accoglienza della prima della classe, costituì un eccellente stimolo per l’avviamento alla carriera di poeta dilettante.
È questa la più fortunata delle poesie del Ciambotti. Fin dalla prima pubblicazione suscitò entusiastici consensi. Due versi molto amati, ma altrettanto disperatamente fraintesi. Si sono voluti privilegiare aspetti intimistici ed autobiografici immaginando il giovane Ciambotti in bucolica contemplazione dei paterni armenti. Invece Ciambotti diffida delle scienze umane, perché autore metafisico di respiro antico.
(R. Cacciatori)
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