Per commentare la serata prendo a prestito i primi versi di una canzone di Dino Sarti con riferimento ad uno spettacolo allestito nelle sua Bologna: “Piazza Maggiore, 14 Agosto/neanche a pagare, non c’era più posto”.
Una sala Italia gremita come non si ricordava da tempo ha ospitato sabato 3 gennaio 2009 lo spettacolo organizzato dall’associazione Mo.Re.Ve. dal suggestivo titolo “Moréve, ma se revviò” (“Morì, ma rinacque”, con chiaro riferimento al dialetto).
Nel corso del programma, Mariella Scattolini ha letto poesie di sua composizione in dialetto settempedano, Costantino Mariani ha fatto altrettanto con suoi versi in dialetto di Castelraimondo, Claudio Tesei di Cesena ha recitato una poesia in dialetto romagnolo, con traduzione per rispetto agli spettatori esterrefatti.
Silvana Piantoni e Cesare Bordo hanno deliziato, la platea con la lettura di tre “Dialoghi presso l’arco di accesso alla casa di Ugo”, tratti dal lavoro inedito ed ancora in fase di elaborazione di Rossano Cacciatori, autore di punta dell’associazione che si prefigge di rivitalizzare il vernacolo settempedano e non solo. Inoltre Cesare Bordo e Aldo Merlini hanno letto due favole di Rossano Cacciatori: “L’òmo sarvàticu” e “L’acinu de fava”.
Il presidente dell’Associazione Mo.Re.Ve., Agostino Ciambotti è stato il presentatore della serata.
Un pubblico attentissimo e competente ha chiaramente dimostrato apprezzamento per un movimento che fa dell’originalità dei testi il suo punto di forza e che è chiaramente convinto che se si vuole in qualche modo tentare la salvaguardia del dialetto la via da percorrere non è quella della storia e del remake tanto cari al pensiero settempedano, ma quella dell’intelligenza messa al servizio della creatività. |